E' venuto a mancare, all'età di 81 anni, Adriano Madaro. Giornalista, esperto di Cina, autore di vari saggi, organizzatore di mostre, era membro del direttivo permanente dell'Accademia Cinese di Cultura Tradizionale. La notizia della sua morte è giunta inaspettata cogliendo tutti in un'addolorata sorpresa, proprio nel giorno in cui Adriano Madaro avrebbe dovuto tenere una conferenza presso l'Università della Terza Età di Treviso, già annunciata da più di un mese.
“La notizia della sua morte mi rattrista molto. Madaro è stato un esponente di spicco della cultura trevigiana, veneta e italiana e ha dedicato più di 50 anni della sua carriera allo studio della Cina. Con lui c’è stata anche una lunga e proficua collaborazione che ha portato all’organizzazione di grandi mostre, fra cui “La Cina segreta – La Città Proibita e 4000 anni di storia cinese” e presentazioni delle sue opere, caratterizzate da una capacità di approfondimento e di analisi uniche, dalla storia alla contemporaneità. Il suo contributo al panorama culturale è stato di altissimo spessore. A nome della Comunità trevigiana porgo le più sentite condoglianze alla famiglia", è l'annuncio addolorato che ne ha dato il sindaco di Treviso, Mario Conte. Non meno commosso il messaggio rivolto dal governatore della Regione Veneto, Luca Zaia: “Con Adriano Madaro il mondo del giornalismo e della cultura, non solo di Treviso, perdono una figura di altissimo profilo. Uno di quegli uomini che lasciano un segno indelebile. Con il suo tratto elegante, con la sua penna arguta, con il suo pensiero mai banale Madaro ha attraversato decenni di giornalismo e cultura. Rimarrà famoso e apprezzato anche per la sua profonda passione per la cultura e l’arte della Cina che, nel tempo, ne hanno fatto uno dei sinologi più importanti e apprezzati d’Italia. Alla sua famiglia e a tutti coloro che l’hanno conosciuto e stimato rivolgo il mio più profondo cordoglio”.
Il debutto di Adriano Madaro nel mondo del giornalismo era avvenuto nelle vesti di cronista de “Il Gazzettino”, fino a guidarne la redazione di Treviso; successivamente nel mondo della televisione, come direttore della seguitissima rete veneta “Antenna 3 Veneto”, ancora sotto il vecchio proprietario Renato Bernardi. L'arrivo del nuovo proprietario, Giorgio Panto, avrebbe poi portato a delle divisioni insanabili: diversamente da Madaro, Panto non nutriva infatti una visione particolarmente positiva della Cina e della sua cultura. Prova ne sia che, con la sua lista “Progetto Nord-Est”, portando avanti una campagna elettorale fortemente anticinese, Panto si sarebbe pure candidato alle regionali venete del 2005, in forte polemica con la Lega Nord che a suo dire aveva tradito le aspettative del territorio, trascurando proprio la forte presenza cinese e la concorrenza delle merci cinesi. Panto, qualcuno ricorderà, sarebbe poi morto nel 2006, mentre sorvolava col proprio elicottero la Laguna Veneta; nel frattempo, però, la rottura con Madaro si era già consumata, dando luogo ad una diaspora di giornalisti da “Antenna 3”, che l'avrebbero seguito nel nuovo progetto di “Tv Set”. Malgrado le più nobili intenzioni, la nuova rete non sarebbe comunque riuscita a guadagnarsi spazio nel pubblico a danno della vecchia emittente, chiudendo i battenti dopo poco più di un anno. Madaro, merito che gli viene unanimemente riconosciuto, fu il primo a chiedere che i suoi giornalisti televisivi venissero tutti inquadrati col contratto nazionale di categoria, quello della Federazione Nazionale della Stampa.
Forte delle sue decine di viaggi compiuti in Cina fin dagli Anni ‘70, anche con lunghe permanenze in loco, che gli avevano dato un immenso bagaglio culturale sull'Oriente; e del rapporto di mutua stima col decano della Democrazia Cristiana veneziana, membro di Azione Cattolica e presidente della Fondazione Cassamarca dal 1992 al 2018 Dino De Poli, Madaro ha potuto organizzare nel tempo numerose mostre a Ca' de Carraresi, sede della fondazione che gestisce l'importante banca trevigiana. Le sue opere, come “Capire la Cina”, edita con Giunti nel 2021, permettono al lettore di comprendere i complessi fondamenti della società cinese, a partire dal concetto di “Armonia sociale” sorto nel confucianesimo e riaffermatosi nel comunismo, in base al quale l'individuo trova forza ed opportunità di affermazione nella collettività e non nell'individualismo. Sempre edita con Giunti, l'altra sua grande opera meritevole di menzione è “Pechino Imperiale”, sua ultima fatica apparsa nel 2023. Proprio di questa come dell'altra sua opera Adriano Madaro, dopo essere stato presentato dal Professor Giorgio Picci, aveva parlato soltanto pochi giorni fa, intorno a metà novembre, presso la Galleria d'Arte “Cavour” di Padova, dove si teneva la nuova mostra “Asia” curata da Massimo Saretta ed organizzata dall'Istituto Confucio dell'Università patavina.
Con Adriano Madaro l'Italia perde un intellettuale di valore, ben più che un prezioso ponte tra l'Italia e la Cina, in un momento in cui il suo contributo poteva oltretutto essere più importante che mai; anche se l'opera resta, ed è attraverso la sua opera che l'uomo resta comunque sempre con noi. I funerali si terranno lunedì alle 10 alla chiesa dell’Immacolata di Santa Bona.