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Li Keqiang, il grande riformatore e coordinatore che innovava e rinnovava

2023-11-03 15:00

Filippo Bovo

Li Keqiang, il grande riformatore e coordinatore che innovava e rinnovava

Lo scorso 27 ottobre l'ex Primo Ministro del Consiglio di Stato cinese Li Keqiang, membro del Comitato Permanente dell'Ufficio Politico nel 17esimo, 1

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Lo scorso 27 ottobre l'ex Primo Ministro del Consiglio di Stato cinese Li Keqiang, membro del Comitato Permanente dell'Ufficio Politico nel 17esimo, 18esimo e 19esimo Comitato Centrale del PCC, è morto per un improvviso attacco cardiaco all'età di 68 anni a Shanghai, dove si stava concedendo un necessario e meritato riposo. Da tempo, infatti, accusava dei problemi di salute che ne avevano indotto un minor impegno nella vita politica, a cui restava comunque sempre molto legato; ma nulla lasciava tuttavia immaginare un malore tanto repentino. Malgrado i soccorsi, completi e tempestivi, non c'è stato nulla da fare. A Pechino, ieri 2 novembre, si sono tenuti i solenni funerali, alla presenza del Presidente Xi Jinping, del governo e degli esponenti del PCC, con una folta partecipazione popolare; sullo sfondo, le bandiere nazionali, a mezz'asta.

 

La notizia della sua morte ha infatti provocato un forte eco nel paese e nelle istituzioni, dove a Li Keqiang era associata un'immagine di cordiale ed educata simpatia, così come di forte competenza politica ed amministrativa. I necrologi presto diffusi dalle varie testate non a caso esprimono in maniera assai profonda la stima e la riconoscenza del governo e del PCC nei suoi confronti, con toni che ne descrivono la fedeltà e la lealtà alla causa e al servizio del paese. Nato nel 1955 ed entrato come membro del partito a pieno titolo nel 1976, nel biennio successivo ne aveva guidato la sezione della Brigata di Damiao, nella contea di Fengyang nell'Anhui. Nei quattro anni successivi, dal 1978 al 1982, aveva studiato diritto all'Università di Pechino, approfondendo e raffinando così ulteriormente la sua formazione politica e professionale. Da allora, la sua carriera aveva conosciuto continue promozioni, in particolare nelle organizzazioni giovanili e studentesche del mondo universitario della Capitale, fino a ricoprirne l'incarico a livello nazionale nel 1993, anche come membro del Comitato Permanente dell'ottava Assemblea Nazionale del Popolo. 

 

Nel 1998 il passaggio a governatore della provincia dell'Henan e del Comitato Centrale del PCC locale. Fu probabilmente in quell'occasione che più che in altre si vide la sua capacità amministrativa, di centrare l'obiettivo di far crescere ed emergere a livello nazionale l'area centrale della Cina, manifestando in particolare una forte sensibilità ai temi sociali ed economici. Sul finire del 2004, il suo passaggio di ruolo presso la provincia del Liaoning, dove si dedicò alla rivitalizzazione dell'area settentrionale e all'apertura delle aree costiere, con un'attenzione particolare ai suoi più storici settori produttivi, giudicati in quel momento bisognosi di un rilancio. In quel caso, Li Keqiang sposò al suo consueto talento d'innovatore anche quello di rinnovatore, di dirigente politico capace di ridare slancio sia a vecchi settori economici innovandoli, che di crearne altri ancora di completamente nuovi per la tradizione produttiva del territorio. Tutte queste doti di coordinatore di varie strategie complementari l'avrebbero reso essenziale nei vari processi riformatori intrapresi anni dopo a Pechino, in particolare nelle vesti di primo ministro. 

 

Proprio sul termine del 2007 Li Keqiang venne eletto come membro dell'Ufficio Politico del Comitato Centrale del PCC, con elezione anche nel relativo comitato permanente in occasione della prima sessione plenaria. Pochi mesi dopo, nel marzo 2008, diventava così vice primo ministro del Consiglio di Stato e vicesegretario del Gruppo dei Membri Guida del Partito. Per tale ragione, si trovava giornalmente a sovrintendere ai lavori del Consiglio di Stato, dedicandosi a dossier di grande complessità: dalla crisi finanziaria globale scoppiata proprio in quel periodo col crollo di Lehman Brothers alla borsa di New York, all'accelerazione della ristrutturazione economica; dall'implementazione della strategia di sviluppo regionale coordinato al perseguimento del risparmio energetico; dalla riduzione delle emissioni alla protezione dell'ambiente; fino alle importanti riforme dei sistemi sanitari ed assistenziali nazionali. Il brillante superamento di tutte queste prove non poteva non garantirgli una rielezione nel 2012, con ruoli ancor più esecutivi nelle stesse aree. 

 

Trovandosi in piena affinità col Presidente Xi Jinping, proseguì nel compito di perseguire il progresso salvaguardando la stabilità, mirando al raggiungimento dei risultati senza sacrificare le strategie decisionali, con obiettivi mirati all'interno di politiche di più ampia portata. Nel 2017 la rielezione all'Ufficio Politico, con conferma al ruolo di primo ministro nell'anno successivo; ben presto, in tal sede, oltre al compito di proseguire l'attività di riforma politica ed economica, si trovò anche dinanzi a quello di confrontarsi con l'emergenza provocata dal Covid-19, che sottopose il paese ad ulteriori, impreviste e pesanti pressioni. Ancor più vitali risultarono così gli obiettivi di salvaguardare la stabilità, d'applicare appieno la nuova filosofia di sviluppo nazionale su tutti i fronti, oltre a lavorare ad un nuovo modello di sviluppo e ad applicare uno sviluppo d'alta qualità che rispondesse agli imperativi di sicurezza e sviluppo bilanciato. Ancor più che nelle occasioni precedenti si vide così Li Keqiang mostrarsi come un abile coordinatore nel coniugare la crescita economica con gli aggiustamenti strutturali, migliorare i livelli di vita nazionali e prevenire i rischi, mantenendo sempre un'importante stabilità. Non meno importanti furono gli stimoli che diede per espandere la domanda interna, mantenere ai livelli più appropriati i principali indicatori economici e puntare sull'innovazione al fine d'ottimizzare ed aggiornare le strutture produttive.

 

Oltre al grande impegno per le riforme, tuttavia, Li Keqiang verrà ricordato soprattutto in patria per le forti attenzioni ai temi sociali, come dimostrato dalla grande spinta data a settori quali l'impiego, l'edilizia popolare, l'istruzione, la sanità, il sistema pensionistico e di cura degli anziani. Ciò, in una società come quella cinese, dove la percentuale di persone anziane è in forte crescita così come lo è l'aspettativa di vita per il futuro, costituisce indubbiamente un fattore tutt'altro che da sottacere; non di meno lo è quello di riporre una sempre più crescente attenzione anche all'infanzia, visto il buon tasso di natalità presente nel frattempo. Il progresso socio-economico porta le famiglie cinesi ad avere nuove esigenze ed istanze a cui le istituzioni pubbliche del paese devono giustamente dare risposta, e ciò passa tanto attraverso lo Stato sociale quanto attraverso l'edilizia abitativa e ricreativa o il sistema d'inserimento al lavoro. Non si può dubitare del fatto che anche in questo campo Li Keqiang abbia saputo dimostrarsi come un valido coordinatore, e che un pari ruolo l'abbia saputo vantare anche per quanto riguarda le tematiche dell'ambiente, dove in nome della massima efficienza le varie misure adottate sono state rese complementari tra loro all'interno di una più ampia strategia generale che passava dalla lotta alle emissioni alla modernizzazione delle infrastrutture e dell'edilizia, dall'espansione dell'energia pulita al contenimento dei consumi, e via dicendo.

 

Nel marzo 2023, dopo una lunga stagione di servizio, Li Keqiang ha lasciato il ruolo di primo ministro al successore Li Qiang, mantenendo un ruolo permanente nel Comitato Centrale del PCC, potendosi così dedicare un po' di più anche ai problemi di salute sopraggiunti da qualche tempo. Nulla lasciava in ogni caso presagire un suo collasso tanto immediato, anche perché il suo concreto ottimismo sembrava così forte da vincere pure sul male. Tuttavia, come possiamo vedere a distanza di qualche giorno dai vari media europei ed italiani in particolare, non sono mancate letture “complottiste” che andavano a basarsi sul fatto che una morte tanto improvvisa non potesse essere anche un po' “sospetta”: ma basandosi su quali fonti e su quali prove? Addirittura, e questo già prima della sua morte, non era mancato qualche giornalista ed analista occidentale che l'aveva scambiato col successore Li Qiang, probabilmente tratto in inganno dalla relativa assonanza tra i loro nomi. In quel caso, gli autori si dedicavano ad immaginare oscure trame all'ombra dell'ultimo Congresso, tra purghe e complotti evidentemente più idonei alle trame di certi fin troppo sopravvalutati film hollywoodiani. Ma, se questo è il livello della “grande informazione” occidentale, vien da pensare che tali articoli davvero ben poco valgano. Di Li Keqiang, invece, resta il grande ricordo di una figura di talentuoso riformatore e coordinatore, capace d'unire innovazione e rinnovazione: una testimonianza d'indubbio valore, destinata a lasciare il segno tanto nella Cina di oggi quanto in quella di domani.

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