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Filippo Bovo a Il Contesto di Giacomo Gabellini: "L'Occidente arretra in Medio Oriente e in Africa"

2024-10-15 19:00

Filippo Bovo

Filippo Bovo a Il Contesto di Giacomo Gabellini: "L'Occidente arretra in Medio Oriente e in Africa"

Ormai da qualche settimana, Israele lancia continui, pesantissimi attacchi in Libano prendendo di mira quartieri residenziali, infrastrutture e i vert

Ormai da qualche settimana, Israele lancia continui, pesantissimi attacchi in Libano prendendo di mira quartieri residenziali, infrastrutture e i vertici sia civili che militari di Hezbollah. Il 27 settembre, il segretario generale del Partito di Dio Hassan Nasrallah è morto in seguito a un devastante bombardamento presso il quartiere Dahiya di Beirut ad opera dell’aeronautica militare israeliana, che ha anche colpito obiettivi in territorio yemenita e siriano. A sua volta, Hezbollah ha risposto con il lancio di un nugolo di missili in territorio israeliano, in attesa che l’Israeli Defense Force lanciasse l’invasione di terra (denominata “Frecce del Nord”). Una volta entrati in territorio libanese, i soldati di Tsahal hanno subito diverse imboscate riportando morti, feriti e distruzione di mezzi. L’1 ottobre, il governo di Teheran, sottoposto a forti pressioni sia interne che esterne in seguito all’assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh, si è mobilitato sferrando l’Operazione True Promise-2. Nell’arco di qualche decina di minuti, dall’Iran sono partiti poco meno di duecento missili balistici contro il territorio israeliano, diversi dei quali hanno – a dispetto delle dichiarazioni di vertici di Tsahal – “bucato” le difese aeree di Tel Aviv colpendo obiettivi disseminati in tutto il Paese. Teheran ha quindi dichiarato lo stato di guerra, e messo in chiaro che le forze missilistiche iraniane bersaglieranno tutte le infrastrutture israeliane qualora Netanyahu ordini una contro-rappresaglia. Il generale Michael Kurilla, a capo del Central Command statunitense, è arrivato in Israele per coordinare, stando alla stampa sia israeliana, una ritorsione “commisurata” all’offesa subita. Secondo l’ex premier israeliano Naftali Bennett, che nel corso di una sconcertante intervista all’«Economist» ha affermato che Israele dovrebbe evitare qualsiasi remora pur di incutere terrore nei nemici, una riposta “proporzionata” consisterebbe nella distruzione del programma nucleare iraniano, nel rovesciamento della leadership politica del Paese e nel paralizzare i principali interessi economici iraniani, energia in primis. Per il momento, Israele continua a bombardare pesantemente Beirut, e a effettuare raid in Siria in prossimità della base russa di Hmeimim. Verso quali scenari ci stiamo orientando? Proviamo a comprenderlo assieme a Filippo Bovo, giornalista e saggista specializzato in questioni africane e mediorientali. 

 

Da Il Contesto di Giacomo Gabellini 

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